lunedì 27 agosto 2012

Alto livello



In un’intervista apparsa ieri sul Mattino e ripresa oggi da diversi quotidiani, Fabrizio Cicchitto ha argomentato la necessità del Porcellinum, cioé di una quota di onorevoli («almeno un terzo») che venga eletta con lista bloccata: «Altrimenti», ha spiegato testuale, «diversi parlamentari di alto livello non entrerebbero in Parlamento».

Io trovo che questa affermazione sia il più straordinario (e violento) “coming out” delle oligarchie di partito.
In democrazia, infatti, il concetto ontologico di “parlamentare di alto livello”, semplicemente, non esiste. 
Sono gli elettori – con il loro voto – a decidere se e a quale “livello” piazzare i loro rappresentanti. Se uno non ha i voti non è a nessun “livello”. Punto, fine. Piaccia o no, la democrazia è questa. E l’unica eccezione a questa regola è il ristretto numero di senatori a vita.

L’idea che un esponente politico sia di “alto livello” indipendentemente dai consensi (anzi, a dispetto di essi, tanto che bisogna garantirne l’elezione anche se non ha i voti!) è veramente drammatica.
Perché da un lato è un palese sfregio alla democrazia (”decidiamo noi partitocrati chi è di alto livello, arbitrariamente: e voi elettori zitti”) mentre d’altro lato certifica la grande cesura ormai in corso tra oligarchi e cittadini, ammettendo che i primi hanno bisogno di farsi un listino bloccato perché se accettassero la sfida del voto popolare resterebbero a casa.

Fantastico, no?


di Alessandro Gilioli

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voleranno carte bollate

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