martedì 10 dicembre 2013

SCIOPERO DEL 9/12: LETTERA APERTA ALL’ITALIANO MEDIO



Caro italiano medio, parliamoci un attimo. Nel 2004 io avevo 16 anni, e leggevo La Stampa, e occasionalmente La Repubblica (il Fatto Quotidiano non c’era ancora); tu guardavi il Grande Fratello. Io parlavo dei problemi del conflitto di interessi, tu parlavi di calcio e gnocca.
Tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006, io denunciavo il fatto che la Legge ex-Cirielli era una porcata, che avrebbe significato impunità per migliaia di evasori fiscali, corrotti e corruttori, a danno dello Stato. E tu? “Minchia oh, Calciopoli, Moggi, juve ladra“.
Nel 2006 io dicevo che votare era importante, perché non erano tutti uguali. Tu dicevi “ma sì, tanto è tutto un magna magna“. Ci sono stati i mondiali di calcio, e abbiamo gioito assieme, perché non è che mi piaccia solo fare il menagramo, ma il disastro era dietro l’angolo.
Nel 2008 Berlusconi ha vinto le elezioni, e tu dicevi “ma sì, tanto non è peggio degli altri“. Io ti dicevo che Berlusconi era amico di Mangano, Dell’Utri, Putin, Nazarbayev, Previti, che aveva processi per corruzione, frode fiscale, finanziamento illecito ai partiti, falso in bilancio, e l’elenco è lungo. Tu rispondevi: “E allora, D’Alema che ha lo Yacht?”
Nel 2009 io manifestavo contro la riforma Gelmini, dicendo che avrebbe tolto il futuro all’Italia, e tu dicevi “Eh, tanto siete i soliti fancazzisti che non hanno voglia di studiare, i veri studenti sono sui libri, non in piazza“.
Nel 2010 venne fuori il Bunga Bunga, e tu lì ti sei diviso, perché da una parte c’erano quelli che “Ommioddio, Berlusconi è un pervertito maniaco sessuale!!” e dall’altra quelli che “Be’ dai, chi non vorrebbe avere anche lui quelle donne?” Io ero quello che diceva che il problema era un altro: era la ricattabilità, la concussione della telefonata in questura.
Nel 2011 (ri)cominciava la crisi, dopo i prodromi del 2008, e tu cascavi dal pero. Io mi battevo per andare alle elezioni, ma tu eri in quell’80% di persone che avevano fiducia in Napolitano e nel governo Monti, perché fidarsi incondizionatamente è molto più facile che ragionare e criticare.
Nel 2012 ti sei trovato con il culo per terra, e ti sei guardato attorno spaesato. Improvvisamente la TV sembrava scolorire, il calcio ti sembrava meno importante della tua pancia vuota. Ma non hai avuto le palle di dare la colpa all’unico vero colpevole: te stesso e la tua ignoranza e ignavia, e quindi hai iniziato con “fa tutto schifo, sono tutti ladri, tutti a casa“. E hai cercato un leader, un capo carismatico, un padrone.
Perché per ragionare, distinguere, capire, avresti dovuto leggere quando era ora, e invece parlavi di calcio e gnocca.
All’inizio del 2013 io ho votato Antonio Ingroia, perché ritenevo che un magistrato antimafia potesse risolvere due dei grandi problemi dell’Italia, ovvero la corruzione e l’evasione fiscale. Forse era la cosa giusta da fare, forse no, ma prima di farla ci ho pensato a lungo, e ho cercato di fare ciò che ritenevo più costruttivo. Tu hai votato Grillo, perché diceva “Vaffanculo!! tutti uguali, tutti a casa! morti zombi!!“, ed è evidente che ad essere costruttivo non ci hai mai pensato.
Ingroia ha preso il 2% e non è entrato in parlamento, Grillo ha preso il 25% e ha fatto un sacco di interessanti discussioni sugli scontrini, e un sacco di comizi con frasi identiche a quelle di Hitler, tanto che quando per scherzo ho attribuito a Grillo, sul mio profilo Facebook, un discorso di Hitler ci sono cascati praticamente tutti, approvandolo entusiasticamente.
Oggi tu sei a spaccare tutto in centro con i tuoi degni compari, Forza Nuova e Casa Pound, quelli che mentre tu te ne fregavi erano già dei fascisti picchiatori, ma ai quali tu oggi fai comodo perché sei arrabbiato, e a veicolare la rabbia loro sono sempre stati bravissimi. Sei a spaccare tutto ripetendo fino all’ossessione che sono “tutti uguali” e devono andare “tutti a casa“… e domani saranno ancora tutti sulle loro poltrone.
Invece i negozianti che oggi hanno tenuto chiuso, quelli ai quali avete rotto le vetrine, quelli che non hanno potuto lavorare per via delle strade bloccate sono tutti un po’ più poveri.
Nel mentre, devo anche sentirti accusare me di avere paura e di fregarmene del disastro del paese se non spacco tutto assieme a te, ma quello che non hai ancora capito è che il disastro del paese per me sei tu. Tu che te ne freghi finché hai la pancia piena e poi urli e ti arrabbi quando ce l’hai vuota, e né in una situazione né nell’altra provi a usare il cervello, a informarti, a cambiare le cose con gli strumenti democratici che hai.
I politici possono anche andare tutti a casa, ma finché tu non inizierai a sbattere la testa contro i libri il paese continuerà ad andare a rotoli.
Tu mi accusi di starmene da parte a fare l’intellettuale e di non agire, vuoi sapere cosa ho fatto io? Io ieri sono andato a votare alle primarie del PD, perché sono 10 anni che mi informo, e so cosa di quel partito è giusto salvare per sperare in un cambiamento, e cosa è da buttare perché marcio. Tu non sei andato a votare perché “tutti uguali, tutti ladri“.
Il mio candidato non ha vinto (ho votato Civati), ma una parte della classe dirigente è stata silurata, ovvero, per usare un’espressione a te cara, “mandata a casa“, e lo è stata anche grazie al mio voto.
Tu, con i tuoi bidoni della spazzatura rovesciati, le Molotov contro il palazzo della Regione, i tuoi strilli e i tuoi belati, quanti ne hai mandati a casa fino ad ora?
— 
Luca Romano
@twitTagli
(via cosipergioco)

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voleranno carte bollate

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