lunedì 29 aprile 2013

Chiudiamolo sto facebook!

In America...

Ecco perche odiano twitter....

Piovono pietre - Dario Fo



"Ci risiamo, piovono pietre! 
E’ straordinario: tutte le volte che mi capita di scrivere o recitare un lazzo grottesco su un personaggio politico della destra e qualche volta anche della sinistra, vengo subito aggredito da una caterva di insulti dai soliti giornali moralmente corretti e dai media in genere. 
In questo caso lo sberleffo indegno che ho prodotto ha colpito due personaggi che rischiano di venire eletti come ministri o sottosegretari del nuovo governo. Ed ecco che scatta subito il reato di lesa maestà. Il primo da me colpito è stato Brunetta, detto da qualche commentatore sgarbato ‘il petulante di turno’. Il secondo è l’ex Presidente del Senato Schifani. Mi sono permesso di far notare come il suo cognome sia onomatopeico... in quel suo nome c’è già tutto: il rifiuto e il senso di angoscia che procura il suono di questa parola. Schifani.
piovono_pietre.jpgCominciamo con il puntualizzare come mi sono espresso nella prima ironia. Di che atto indegno mi sono macchiato?
Ho detto: “Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino per metterlo a livello, all’altezza della situazione. Oppure meglio una scaletta, così se la regola da sé! Sarebbe una gentilezza che si fa a Brunetta, e alla società, per non aver l’angoscia di vedere qualcuno che non ce la fa. Sia chiaro, non è mai gentile approfittare della situazione fisica di un personaggio per denigrarlo perché a noi interessa soprattutto il suo cervello... questa sì che è la dimensione essenziale!
E qui si è spalancata la cupola dei benpensanti e ha avuto inizio la gara dell’indignazione: onorevoli di razza eletti dal popolo sovrano – si fa per dire sovrano! - maître à penser, cronisti di rango e soprattutto la sacra pletora dei politici che in coro si indigna per tanta smaccata protervia comica.
Ma come?! Soltanto qualche giorno fa vi è capitato, cari rappresentanti del popolo, di ascoltare le parole pronunciate proprio nei vostri riguardi dal Presidente della Repubblica in persona che brutalmente lanciava accuse feroci contro di voi e il vostro comportamento nei governi di questi ultimi vent’anni. E voi eravate lì, di fronte a lui, che vi diceva:
Siete di fatto degli ipocriti. Vi siete comportati con irresponsabilità e doppiogiochismo, amici miei! Avete operato con furbizia e avidità di potere...
Ci mancava solo che concludesse con un “Fate schifo”!
E voi con espressione da impuniti con la faccia di tolla, avete esibito sorrisi radiosi e avete applaudito festanti.
Ma il Presidente parlava di voi, del vostro comportamento, e bacchettava feroce la vostra insipienza, l’agire solo per un unico interesse, il vostro e quello della vostra casta.
Nessuno si è battuto manate sulla fronte e sul petto. E’ come se Napolitano parlasse di qualcuno che non era lì seduto davanti a lui ma di altri indegni che stavano fuori ben nascosti.
Ma come si permetteva quel vecchio signore, che voi avevate appena rieletto, di mancarvi così palesemente di rispetto davanti ad ospiti e a giornalisti – e ancor più dinnanzi a tutta la nazione che stava ascoltando quelle parole di fronte alla televisione a reti riunite?
Nessuno che si sia levato in piedi offeso a gridare: “E no, non accettiamo questi insulti, assolutamente non li meritiamo!”, e magari con un gesto davvero epico abbia spostato le sedie e sia uscito dal palazzo masticando parole indignate!
No! Tutti seduti fermi e col viso sereno, soddisfatti del proprio operare davanti a tutta la nazione!
All’istante mi viene in mente “il re è nudo!” gridato da una voce innocente di un bambino nella favola di Andersen che l’aveva scritta proprio per dileggiare il proprio monarca. Il popolo si fece una grossa risata, la corte un po’ meno; ma nessuno mandò insulti all’autore della satira.
Già, ma la favola era ambientata nella Danimarca del Ottocento. Noi da tempo abbiamo perduto il senso dell’umorismo e soprattutto l’ha perduto chi ci governa. Da noi è normale cacciare dal palco o dal video chi fa ironia sul potere.
Ricordo ancora che circa cinquant’anni fa, recitando in televisione, io e Franca - per esserci permessi di far sapere che da noi in Italia esiste la mafia che assassina i sindacalisti a decine e i lavoratori in gran numero e che gli operai che cadono dalle impalcature senza protezione finiscono spiaccicati al suolo - ci siamo visti censurare un’intera trasmissione, Canzonissima, e fummo costretti ad abbandonare la RAI e per sedici anni fummo banditi, puniti come malfattori.
Quindi non temete, potete continuare tranquilli a cacciarci se vi riesce e, come ha richiesto certa stampa, a pretendere che l’Accademia di Svezia ci ritiri il Premio Nobel, ma qui bisogna che vi avverta subito: andate a rischio che in seguito a questo nostro comportamento verso una nazione come è oggi l’Italia ce ne diano un altro di Premio Nobel, con la stessa motivazione del primo. “Questo premio vi è consegnato per aver dileggiato il potere a vantaggio della dignità degli oppressi. Grazie! Continuate così!”. 
Dario Fo
PS: Ad ogni modo avrete altre possibilità di risentirvi con maggior foga perché fra dieci giorni circa uscirà un intero libro scritto da me e Giuseppina Manin dedicato alla satira dal titolo “Un clown vi seppellirà”. Siamo quasi certi che le persone spiritose si divertiranno... un po’ meno certi politici!



sabato 27 aprile 2013

Bel Ministro!


Gianpiero D'Alia, chi è il Ministro della Pubblica Amministrazione

Tra i ministri centristi del nuovo governo spunta, un po’ a sorpresa, Gianpiero D’Alia dell’Udc. A sorpresa perché non era tra i favoriti, ma soprattutto perché va a occupare una posizione, quella di ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, che non mancherà di suscitare polemiche visto che D’Alia è tra i padri della legge cosiddetta “ammazza-web”.

Siciliano, nato a Messina nel 1966, è figlio d’arte: suo padre è stato deputato della Dc. È alla sua prima esperienza da ministro, ma nel governo Berlusconi è stato sottosegretario agli Interni tra il 2005 e il 2006. Attualmente è vice capogruppo vicario di Scelta Civica alla Camera dei Deputati e segretario regionale dell’Udc in Sicilia.

In Parlamento dal 2001, D’Alia è salito all’onore della cronache per il progetto di legge contro l’apologia di reato a mezzo internet. Nel 2009, durante la discussione del “decreto sicurezza”, D’Alia propose un emendamento (l’ementamento D’Alia, appunto) nel quale sanciva la “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Secondo questo emendamento, nei casi di apologia o istigazione a deliquere su Internet, “il ministero diffiderà il gestore, e questi avrà due possibilità: o ottemperare e quindi cancellare questi contenuti oppure non ottemperare. Se non ottempera diventa complice di chi inneggia a Provenzano e Riina e quindi è giusto che venga oscurato”.

L’emendamento provocò un’alzata di scudi da parte del mondo della Rete – tra i principali oppositori, Beppe Grillo – e anche dei provider come Google, e poco dopo l’esponente Pdl Roberto Cassinelli ha presentato un altro emendamento che di fatto ha annullato gli effetti del provvedimento D’Alia. Lo stesso D’Alia ha poi fatto parziale marcia indietro dicendosi contrario alla censura. Vedremo se nel suo nuovo ruolo tornerà alla carica sul tema.

mercoledì 24 aprile 2013

Quando un Ministro così da noi?



Questa è la Sinistra che voglio!

Te lo dico io Debora!





Te lo dico io Debora,il motivo per cui non hanno voluto Rodotà:
Cipria li tiene per le palle, intercettazioni Mancino distrutte?
... siamo sicuri che non ci siano copie in giro?
Per non parlare della Monte dei Paschi.. si vuole davvero scoperchiare tutto?
Volendo si potrebbe, ma non si può....

martedì 23 aprile 2013

Burattini senza fili

Burattini senza fili:berlusca_burattini.jpg
"Grillo è uno squilibrato,
 i Cinque Stelle un branco di burattini", 
Berlusconi. Per il capo del Modello Unico pdl-pdmenoelle, caso irripetibile al mondo in cui un tizio è responsabile sia del partito di governo che di quello di opposizione per vent'anni, io sarei uno squilibrato. 
Detto da lui è una medaglia al valore. 
Il M5S è rimasto il solo soggetto politico a contrastare Berlusconi. 
Il M5S è il nemico da abbattere su ogni canale televisivo. 
Berlusconi si riferisce con disprezzo agli attivisti e ai parlamentari del M5S dandogli dei burattini. 
Ma chi ha creduto in Parlamento che Ruby fosse la nipote di Mubarak?
 Chi ha occupato in massa il Tribunale della Repubblica di Milano? 
Burattini senza fili che non hanno nemmeno bisogno di ordini. 
Muovono la coda per puro riflesso.

sottile metafora

restate sintonizzati

domenica 21 aprile 2013

Funeral Party di Marco Travaglio - Fatto quotidiano di oggi


Funeral Party di Marco Travaglio
La scena supera la più allucinata fantasia dei maestri dell’horror, roba da far impallidire
Stephen King e Dario Argento. 
Il cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio e schiacciato dal peso di cricche e mafie, tangenti e ricatti, si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall’interno per non far uscire la puzza e i vermi. 
Tenta la mission impossible di ricomporre la decomposizione. E sceglie un becchino a sua immagine e somiglianza: un presidente coetaneo di Mugabe, voltagabbana (fino all’altroieri giurava che mai si sarebbe ricandidato) e potenzialmente ricattabile (le telefonate con Mancino, anche quando verranno distrutte, saranno comunque note a poliziotti, magistrati, tecnici e soprattutto a Mancino),che da sempre lavora per l’inciucio (prima con Craxi, poi con B.) e finalmente l’ha ottenuto. 
E con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese). Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori “mai al governo con B.” va al governo con B., ufficializzando l’inciucio che dura sottobanco da vent’anni. Per non darla vinta ai 5Stelle, s’infila nelle fauci del Caimano e si condanna all’estinzione, regalando proprio a Grillo l’esclusiva del cambiamento e la bandiera di quel che resta della sinistra (con tanti saluti ai “rottamatori” più decrepiti di chi volevano rottamare). 
La cosa potrebbe non essere un dramma, se non fosse che trasforma la Repubblica italiana in una monarchia assoluta e la consegna a un governo di mummie, con i dieci saggi promossi ministri e il loro programma Ancien Régime a completare la Restaurazione. 
Viene in mente il ritorno dei codini nel 1815, dopo il Congresso di Vienna,con la differenza che qui non c’è stata rivoluzione né s’è visto un Napoleone.
Ma il richiamo storico più appropriato è Weimar, con i vecchi partiti di centrosinistra che nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler. Qui per fortuna non c’è alcun Hitler all’orizzonte. 
Però c’è B., che fino all’altroieri tremava dinanzi al Parlamento più antiberlusconiano del ventennio e ora si prepara a stravincere le prossime elezioni e salire al Colle appena Re Giorgio abdicherà. A meno che non resti abbarbicato al trono fino a 95 anni, imbalsamato e impagliato come certi autocrati, dagli iberici Salazar e Franco ai sovietici Andropov e Cernenko, tenuti in vita artificialmente con raffinate tecniche di ibernazione e ostesi in pubblico con marchingegni alle braccia per simulare un qualche stato motorio. 
Ieri, dall’unione dei necrofili di sinistra e del pedofilo di destra, è nato un regime ancor più plumbeo di quello berlusconiano e più blindato di quello montiano, perché è l’ultima trincea della banda larga che comanda e saccheggia l’Italia da decenni, prima della Caporetto finale.
Prepariamoci al pensiero unico di stampa e tv, alla canzone mononota a reti ed edicole unificate. Ne abbiamo avuto i primi assaggi nelle dirette tv, con la staffetta dei signorini grandi firme che magnificavano l’estremo sacrificio dell’Uomo della Provvidenza e del Salvatore della Patria, con lavoretti di bocca e di lingua sulle prostate inerti e gli scroti inanimati delle solite cariatidi. Le famose pompe funebri.

Ps. Da oggi Grillo ha una responsabilità infinitamente superiore a quella di ieri. Non è più solo il leader del suo movimento, ma il punto di riferimento di quei milioni di cittadini (di centrosinistra, ma non solo) che non si rassegnano al ritorno dei morti morenti e rappresentano unquarto del Parlamento. A costo di far violenza a se stesso, dovrà parlare a tutti con un linguaggio nuovo. Senza rinunciare a chiamare le cose colloro nome. Ma senza prestare il fianco alle provocazioni di un regime fondato sulla disperazione, quindi capace di tutto.

con Berlusconi non si fanno riforme né accordi.

«Credo che la sofferenza di oggi possa insegnare qualcosa alla sinistra: per esempio, che non si vive di sole tattiche, la sinistra non può farlo. Che non si può passar sopra i principi, non sono trattabili. Che con Berlusconi non si fanno riforme né accordi. Che le ambiguità del passato si pagano tutte. Berlusconi, la destra, possono fare quello che vogliono, possono sfondare il muro della decenza e della costituzionalità e restano in piedi lo stesso. Ma se la sinistra non è limpida, unita, sinceramente agganciata a dei principi di igiene politica che tutti riconoscono, allora la sinistra paga e duramente. Non ha alternative all'essere “brava”, sincera, unita, pulita. Aggiungerei generosa. È come se la storia la richiamasse senza sconti al rispetto della sua natura, della sua vocazione. Quel fronte ideale che Grillo si impegna a rivendicare per sé e per la sua formazione esiste già: sta nella base della sinistra».

Francesco Guccini

Esattamente

mercoledì 17 aprile 2013

Cosa mi tocca leggere

Cosa mi tocca leggere:

Il giovane, secondo quanto si è appreso da fonti investigative, aveva iniziato a perseguitarla e Denise si era rivolta ai carabinieri di Montebelluna. Il quarantenne era stata chiamato in caserma; una ramanzina, il consiglio di cambiare registro e lasciar in pace l’ex fidanzata. Ma qualcosa forse già covava nella mente dell’uomo, perchè risulta che poco dopo abbia fatto richiesta alle autorità per ottenere il porto d’armi per “uso sportivo”. La Beretta modello ‘Iver’ con la quale ha fatto fuoco stasera l’aveva acquistata a marzo 2013.

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2013/04/16/news/montebelluna-due-morti-nel-parcheggio-dell-interspar-1.6894728

Complimenti a coloro che hanno rilasciato il porto d'armi e ai deficienti che sostengono che bisogna armarsi per paura dei ladri

Indovinello

muoro:

7.verticale

Fa rima con: “dei miei coglioni”.

venerdì 12 aprile 2013

Cipria ridiventa affidabile, generoso, disinteressato, avveduto, bipartisan.



Sarà la quarta o la quinta volta, in vent’anni di berlusconismo, che il Cavaliere ridiventa affidabile, generoso, disinteressato, avveduto, bipartisan.

Di solito gli capita – casualmente, s’intende – quando perde le elezioni, quando rischia di restare fuori dai giochi, quando ha bisogno di una sponda con quelli che fino a un mese prima insultava. E ovviamente quando i suoi processi si mettono male, quando le sue tivù hanno bisogno di alleanze.

E quelli, ogni volta, ci cascano: i suoi ‘non sono voti di serie B’, per carità, e ‘basta con la logica del nemico da abbattere‘.

Ci cascano, ancora una volta, senza capire che questa è davvero l’ultima: non per il Caimano, ma per loro.




Social Pirla

martedì 9 aprile 2013

Bersani è arrivato il momento di scegliere da che parte stare







Con i voti di Pd e M5S la “Giunta delle elezioni” può decidere rapidamente l’esclusione di Berlusconi dal Parlamento, liberando il panorama politico italiano dal quasi ventennale incubo dell’illegalità e dell’inciucio. Per Bersani è arrivato il momento di scegliere da che parte stare.


leggi qua

Voi poveri magri...

voleranno carte bollate

https://www.facebook.com/giorgio.schiavinato/posts/10218479093226359