mercoledì 29 aprile 2015

Le mie vecchie zie


                 Le mie vecchie zie quando chiedevo loro se avrebbero votato ancora Berlusca
                       Le mie vecchie zie quando chiedo loro se voteranno ancora Renzie

Sempre adottata

..."La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi". 

art. 72 Costituzione Repubblica Italiana 
(Mica cazzi!)

Lo avete voluto amici del PD?

domenica 26 aprile 2015

l’eterno fascismo Italiano...





Noi non possiamo oggi prevedere quali forme politiche si preparino per il futuro: ma in un paese di piccola borghesia come l’Italia, e nel quale le ideologie piccolo borghesi sono andate contagiando anche le classi popolari cittadine, purtroppo è probabile che le nuove istituzioni che seguiranno al fascismo, per evoluzione lenta o per opera di violenza, e anche le più estreme e apparentemente rivoluzionarie fra esse, saranno riportate a riaffermare, in modi diversi, quelle ideologie; ricreeranno uno Stato altrettanto, e forse più, lontano dalla vita, idolatrico e astratto, perpetueranno e peggioreranno, sotto nuovi nomi e nuove bandiere, l’eterno fascismo italiano
— Carlo LeviCristo di è fermato a Eboli 

sabato 25 aprile 2015

... già, perché?


25 aprile, che festa è?



Qualche anno fa, mi fu fatta la domanda, da un giovane del nostro Comune, non voleva sapere se fossi informato, intuii che voleva solo sondare maliziosamente il mio "schieramento" politico. 
Ho risposto che si festeggiava la Liberazione dal dominio da una potenza straniera, ...ché c'eravamo liberati dal nazismo e dal fascismo...
La risposta fu la seguente: "Ma allora tu sei comunista!"  ed  "Io coi comunisti non vado d'accordo". 
"Non c'è affatto bisogno che andiamo d'accordo" risposi scocciato e in seguito smisi di salutarlo.
Sbagliai? Non riesco ancora a darmi una risposta. Cosa avrei dovuto fare? Fargli un mini corso di storia e di educazione civica?  Non credo avrei ottenuto qualche risultato: un ventennio e più di sistematica, sottile opera di diseducazione televisiva dagli effetti devastanti ha letteralmente cancellato la faticosa opera degli insegnanti elementari e medi.

C'è un'immane lavoro da fare in questo disperato Paese.

Buon 25 Aprile a tutti!






venerdì 24 aprile 2015

Gigi Proietti - Mio padre è morto a 18 anni, partigiano




Mi’ padre è morto partigiano
a diciott'anni fucilato ner nord, manco so dove;
perciò nun l'ho mai visto, so com'era
da quello che mi’ madre me diceva:
giocava nella Roma primavera.

Mo l'antra notte, mentre che dormivo,
sarà stato due o tre notti fa,
m'e’ parso de svejamme all'improvviso
e de vedello, come fusse vero;
sulla faccia c'aveva un gran soriso,
che spanneva ‘na luce come un cero.

- Ammazza, come dormi - m'ha strillato,
era proprio lui, ne so’ sicuro,
lo stesso della foto che mi’ madre
ciaveva sur comò, dietro na fronda
de palma tutta secca, benedetta,
un regazzino, che ride in camiciola,
cor fazzoletto rosso sulla gola.

Ma siccome sognavo i sogni miei,
pe’ la sorpresa j'ho chiesto: - Ma chi sei?-
- So’ tu’ padre - ma detto lui ridenno
- forse che te vergogni alla tua età
de chiamamme cor nome de papà? -

- No, papà, te chiamo come hai detto,
me fa ride vedette ar naturale,
scuseme tanto se me trovi a letto,
che voi sape’? Nun me posso lamenta’,
nun so’ un signore, trentadu’ anni,
davanti c'ho na vita,
ancora nun è chiusa la partita. -
Lo sai, da quanno mamma s'è sposata
co’ mi’ padre, che invece è er mi’ patrigno…
credo sett'anni dopo la tua morte… -

A ‘ste parole ho visto che strigneva un poco l'occhi,
come quanno se sta ar sole troppo forte.
- Scusa papa’, credevo lo sapessi -
Ma lui, ridenno senza facce caso,
spavardo, spenzierato, m'ha risposto:

- Ma che ne so io de quello che è successo,
io so’ rimasto come v'ho lassato,
quanno giocavo, giocavo, giocavo…
giocavo a calcio e mica me stancavo,
giocavo co’ tu madre e l'abbracciavo,
giocavo co’ la vita e nun volevo,
coi fascisti però nun ce giocavo,
io sparavo, sparavo, sparavo. -

Poi m'ha toccato i piedi dentro al letto
e ha fatto un cenno, come da di’ - Sei alto! -
- E dimmi - dice - prima d'anna’ via,
che n'hai fatto della vita
che t'ho dato giocanno co la mia…
Vojo sape’ sto monno l'hai cambiato?
Sto gran paese l'avete trasformato?
L'omo novo è nato o nun è nato?
In qualche modo c'avete vendicato?
- e rideva co’ l'occhi, coi capelli,
sembrava quasi lo facesse apposta.
Me sfotteva, capito, quer puzzone
rideva e aspettava la risposta.

- Ma tu che voi co’ tutte ‘ste domanne?
Mo’ perché sei mi’ padre t'approfitti.
Tu m'hai da rispetta’, io so’ più grande!
Va beh adesso accampi li diritti
perché sei partigiano fucilato…
ma se me fai sveja’ io t'arisponno,
mabbasta solo che aripijo fiato.

Certo che la vita è migliorata!
Avemo pure fatto l'avanzata.
Travolgente hanno scritto sui giornali. -

- Mejo così - me fa - se vede che è servito…
vedi quanno che m'hanno fucilato
Nun ho strillato le frasi de l'eroi
pensavo a voi che sullo stesso campo
avreste certo vinto la partita
pure che io perdevo er primo tempo. -

- No, un momento papà, te spiego mejo…
nun è che avemo proprio già risorto
nella misura in cui ci sta er risvorto emh…
E allora quer ragazzo de mi’ padre
che stava a pettinasse nello specchio
s'arivorta me fissa e me domanna:
- Ma insomma, adesso er popolo comanna?-

Qui so zompato sur letto, co’ na mano
m'areggevo le mutanne, co’ l'altra
cercavo de toccallo, e nun potevo.
Allora j'ho parlato,
perché m'aveva preso come ‘na malinconia
e nun volevo che se ne annasse via
prima de sape’ bene come è stato.

- Sei ragazzo, papa’, come te spiego
nun poi capi’ come cambia er monno..
Ce vole tempo, er tempo se li magna
i sogni nostri, io, sai che faccio, aspetto!
Tutto quello che viene, io l'accetto,
semo contenti se la Roma segna,
li compagni so’ tanti e li sordi pochi…
e nun ce sta più tempo pe’ li giochi! -

- Ma so’ sempre quelli te strappano le penne,
ma tu nun poi capi’ papa’, sei minorenne,
se eri vivo te daveno trent'anni,
mejo che torni da dove sei venuto,
perché quelli che t'hanno fucilato,
proprio quelli lì qui te fanno mori’ tutti li giorni!
Lassa perde papà, qui nun e’ aria,
semo cresciuti…nun semo piu’ bambini,
torna a gioca’ co’ l'artri regazzini
che hanno fatto come hai fatto tu,
noi semo seri…e nun giocamo più.

A ‘sto punto mi padre s'e’ stufato,
ha fatto du’ spallucce, un saluto,
s'è rimesso in saccoccia la sua gloria
e vortanno le spalle se n'e’ annato
ripetendo nel vento la sua storia:

- Ma che ne so io de quello che è successo,
io so’ rimasto come v'ho lassato,
quanno giocavo, giocavo, giocavo…
giocavo a calcio e mica me stancavo,
giocavo co’ tu’ madre e l'abbracciavo,
giocavo co’ la vita e nun volevo,
coi fascisti io però nun ce giocavo…
io sparavo, sparavo, sparavo.

Roberto Lerici

Tutti assieme, (se possibile) apassionatamente.





via malvino

giovedì 23 aprile 2015

gli stessi

Quelli che gioiscono per la strage dei migranti sono gli stessi che protestano se tolgono il crocifisso dalle scuole.
— 

martedì 21 aprile 2015

Scusate tanto!


Non serve a nulla sapere.

Non basta sapere che Europa era il nome di una ragazza dell'Asia che attraversò il mare a dorso di un toro fattosi nave.
O che l'alfabeto con cui scriviamo ci è arrivato sull'acqua direttamente da Sidone.
Che i primi poemi scritti della nostra civiltà ci raccontano di una guerra da cui scappare e di disperati viaggi per mare.
Questo stesso mare. 
Che il primo teatro piange le tempeste di mare e le attraversate rovinose. 
Non basta sapere che gli Etruschi venivano dalla Lidia, che i Romani credevano di essere i discendenti di un troiano e che anche i Veneti venivano dall'Oriente. 
Non basta ricordare che l'impero più grande dell'antichità si sia trasformato sotto le pressioni di movimenti di genti che il suo stesso sistema aveva messo in moto. 
E non è sufficiente credere nel verbo del Cristo se non si sa dov'è Nazareth. 
O che i numeri e gli archi a sesto acuto delle nostre belle cattedrali medievali sono un dono degli Arabi e dei loro spostamenti. 
Non serve a nulla sapere. 
Nessun post-it culturale vergato a mano dai monaci di tutti i tempi, nessun messaggio in bottiglia o di fumo, nessun tatuaggio sul cuore, nessuna incisione sul DNA ti salvano dal naufragio dell'oblio se ti manca di essere umano. 
Nulla ti dice che è un movimento inarrestabile questo e che tu non sei diverso e non hai più diritti di altri. 
Niente ti parla perché sei senza lingua e sei barbaro. 

— Simone Derai  

lunedì 20 aprile 2015

faccio bene?


     

Questa foto la dedico ai leghisti a cui oggi al bar ho sentito fare i soliti folli discorsi sull'immigrazione.


 Sono riuscito a tenere a freno la lingua e non ho detto loro ciò che meritavano.

A qualcuno di loro ho tolto il saluto da tempo, agli altri non manca poi tanto che lo faccia.


Attendo solo l'occasione propizia per lasciarli in ridicolo.

Faccio bene?

Gia! Come mai?


A chi chiede:

A chi chiede: «Non era meglio rimanere a casa piuttosto che morire in mare?», rispondo:

«Non siamo stupidi, né pazzi. Siamo disperati e perseguitati. Restare vuol dire morte certa, partire vuol dire morte probabile. Tu che sceglieresti? O meglio cosa sceglieresti per i tuoi figli?».






A chi domanda: «Cosa speravate di trovare in Europa? Non c’è lavoro per noi figurarsi per gli altri», rispondo:

«Cerchiamo salvezza, futuro, cerchiamo di sopravvivere. Non abbiamo colpe se siamo nati dalla parte sbagliata e soprattutto voi non avete alcun merito di essere nati dalla parte giusta».
Awas Ahmed, rifugiato somalo in Italia 

sabato 18 aprile 2015

Tudey, i run...


(spaam)

Usa, un modello per noi,


                      Usa, un modello per noi e per l’Europa. 
                      — Matteo Renzi 
                    
                            aitanblog

mercoledì 15 aprile 2015

Ti avverto


Classe dirigente


Come chi?

14 aprile 2015. Pordenone: Un marocchino uccide la moglie con l'accetta poi sgozza la figlia, il capo della squadra mobile dichiara: "Come l'Isis".
16 giugno 2014. Milano: un italiano uccide la moglie con un coltello poi sgozza i figli nel sonno. Come chi?
11settembre 2011. Latisana: un italiano sgozza la moglie e scappa. Come chi?
4 luglio 2014. Polonia: un italiano sgozza la moglie polacca e torna a casa sua in emilia. Come chi?

— Natalino Balasso

democristiani 2.0



....e portatevi la carta igienica da casa, e un elmetto contro i calcinacci!

lunedì 13 aprile 2015

tesoretto?


en este mundo que está patas arriba...

Fíjate tú, qué retrato del mundo, ¿no? Es increíble: las cinco potencias que velan por la paz son las cinco principales productoras de armas; quienes hacen el negocio de la guerra se ocupan de la paz, en este mundo que está patas arriba.
— Eduardo Galeano  “Patas arriba”

"Guarda te, quale immagine del mondo, no? È incredibile: le cinque potenze che vigilano per  la pace sono i cinque principali produttori di armi; coloro che fanno business della guerra si occupano di pace, in questo mondo che è gambe all' aria "


Eduardo Hughes Galeano è un giornalista, scrittore e saggista uruguaiano. È una delle personalità più autorevoli e stimate della letteratura latinoamericana.

mercoledì 8 aprile 2015

Superpoteri


Chiariamo subito un concetto

Chiariamo subito un concetto: non è Arnaldo Cestaro che ha fatto condannare l'Italia a Strasburgo per tortura. 


È stata l'azione violenta della polizia che ha seguito gli ordini del governo a farci condannare per tortura. Perché di questo si è trattato: tortura.

spaam e corallorosso


sabato 4 aprile 2015

Prima gli italiani







Leghista anti-immigrati denunciato per favoreggiamento prostituzione: lucciole straniere nel suo albergo
Stanze a tempo nell'hotel di Gianluigi Cernusco, 66 anni, leader del Carroccio nel comune piemontese che si era candidato con lo slogan: «Prima gli italiani»
fonte


voleranno carte bollate

https://www.facebook.com/giorgio.schiavinato/posts/10218479093226359