martedì 31 maggio 2011
Padrino
lunedì 30 maggio 2011
Diranno che.......
Diranno che a Milano hanno sbagliato solo il candidato sindaco, mentre a fare schifo agli elettori è stato soprattutto il capolista.
Diranno che sono soltanto elezioni locali, abbarbicandosi ai dieci mercenari di Montecitorio e facendo finta che fuori non sia successo niente.
Diranno che ha vinto la borghesia radical chic, ignorando il voto dei quartieri popolari di Milano e Napoli, di Cagliari e Trieste, ma perfino di Gallarate e Novara.
Quello che non diranno, perché non sono nemmeno capaci di pensarlo, è che semplicemente, finalmente, la maggioranza degli italiani non gli crede più.
Piovono rane
come si fa a non ribloggare? Santalmassi ha due volte ragione!
Se stasera a Napoli vince Lettieri, vuol dire che i napoletani non vogliono cambiare. Vuol dire, per esempio, che l'immondizia non è un problema sanitario (rischio epidemie) nè un problema tecnico (che inceneritore fare, dove farlo), ma un business intoccabile. E può darsi che se gli elettori PD non votano per De Magistris, significa che la ridistribuzione di redditi illeciti che l'immondizia assicura, deve andar così. Troppo rischioso votare De Magistris.
facciamo pena!
Germania, addio al nucleare ultimo reattore spento nel 2022 - Repubblica.it
Noi al referendum, forse, zitti zitti,
facciamo pena!
Noi al referendum, forse, zitti zitti,
facciamo pena!
Dieci anni buttati
Chissà perché mi viene in mente la canzone di Renato Zero .." I migliori anni della nostra vita..."
ha ragione la Marcegaglia:
Il nostro Paese ha buttato 10 anni (e anche di più).
L'ultimo governo minimamente riformista è stato il primo Prodi, con Veltroni vicepremier, Ciampi e Napolitano in Consiglio dei Ministri.
Dopo la fine del primo Governo Prodi, abbiamo avuto solo Esecutivi conservatori, di destra e di sinistra.
Governi senza legittimazione politica, o senza un indirizzo accettabile, chiaro e condiviso.
Governi ostaggio delle lobby, dei monopolisti (dell'energia, delle comunicazioni, ecc) quando ha governato la destra e sindacali quando ha governato la sinistra.
Governi brutti, senza il capitale politico necessario per riformare l'Italia, la sua burocrazia, la sua economia, le sue leggi.
Questi governi hanno tenuto bloccato il Paese, e hanno fatto vincere la sfiducia nel corpo sociale.
Maledetti.
Colpa anche nostra che, per disinteresse o peggio per convenienza non abbiamo scelto con attenzione la nostra classe dirigente.
Noi Veneti poi, abbagliati dai Leghismo dimostratosi poi per quello che vediamo.
Il conto pero, arriva.....
(Copiando e incollando pensieri di Claudio Alberti, Marcegaglia, Santalmassi)
Santalmassi: Comunque vada, hanno perso tutti, maggioranza e opposizione.
Naturalmente è poco importante che perda l'opposizione: c'è abituata.
Molto importante, invece, se perde Berlusconi.
Primo, perché non c'è abituato. Ma soprattutto perché questo è comunque un voto epocale.
Anche se non si sanno ancora i risultati, vi spiego perché.
Berlusconi:
Da 17 anni promette sempre le stesse cose, e non ne mantiene una.
In questo continuo riproporre e riproporsi ormai stantío, hanno capito tutto, in successione:
Marco Follini e Pierferdinando Casini, due legislature fa.
Gianfranco Fini, in questa.
Capì tutto sin nel 1994 Umberto Bossi. Ma l'imperizia del centrosinistra prima e la malattia poi hanno posto Bossi nella obbligata condizione di riprovarci. Adesso, trattandosi degli ultimi saldi, cerca di spuntare il massimo prima di mollare Berlusconi al suo destino. Il che avverrà. Non dimentichiamoci che la Lega al primo turno ha perso da per tutto, rispetto alle passate amministrative.
Poi finalmente hanno capito gli industriali, nelle persone tutt'altro che marginali dei presidenti di Confindustria di dieci anni fa, Antonio D'Amato (che ha motivato il suo endorsement addirittura per De Magistris a Napoli e per di più contro il suo collega capo degli industriali locali, Lettieri); e di oggi, Emma Marcegaglia ("abbiamo sprecato dieci anni!").
Anche loro due ci hanno creduto. Ma poi, di fronte all'inconsistenza si sono dovuti ricredere.
Infine hanno capito gli elettori. Soprattutto quel ceto medio borghese, illuminato, moderato, liberale e riformista da sempre spina dorsale delle società contemporanee.
Come già ebbi modo di scrivere, puoi ingannare tutti per un giorno; uno per sempre; non puoi ingannare tutti per sempre.
A Milano, dove il voto per un sindaco ha il valore del referendum su Berlusconi perché così ha voluto lui, il presidente del consiglio ha dimezzato le preferenze.
Di suo ci ha messo molto la Moratti Letizia.
Mediocre sindaco della città, si è dimostrato più a capo di un comitato di affari che amministratrice di una comunità.
In più si è messa a fare la berluschina:
via le multe;
via l'ecopass;
nessun aumento di tasse.
In compenso, una Expo spaventosamente fondata sul nulla, sui litigi. E col sispetto che serva solo a distribuire ingenti fondi pubblici per premiare chi tre anni fa assicurò il suo sostegno all'avventura di Alitalia: un'altra di quelle carte elettorali giocata spregiudicatamente da Berlusconi: l'italianità della compagnia di bandiera, protetta con la garanzia del monopolio sulla tratta più ricca Milano-Roma (un prezzo pari a un Roma-New York).
Ma penso che l'errore più grave la Moratti l'abbia commesso attaccando a tradimento (all'ultima parola, per non dar modo a Pisapia di rispondere) il suo avversario. Ha clamorosamente sbagliato bersaglio.
Ma non è stata punita per la trappola tesa.
Ma perché insinuando contro Pisapia la falsità del furto d'auto per favorire dei terroristi, è rimasta vittima di un abbaglio antropologico-culturale.
A Milano, la borghesia (o meglio, una parte di essa) porta indosso insanabile la ferita dell'accusa di paternità della morte del giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagi. Gli assassini di Tobagi furono Morandini e Barbone.
Due figli della borghesia meneghina: uno figlio del critico teatrale del Giorno, l'altro figlio di un altissimo dirigente e manager della Sansoni.
Due borghesi come a Milano che ne sono tanti, città culla com'è della borghesia industriale, editoriale, culturale e politica del paese per decenni (il centrosinistra nacque a Milano, nelle sale e dibattiti del club Turati e nelle scuole e università e aziende).
Sentirsi ricordare le responsabilità per la morte di Walter Tobagi, e' equivalso al sentirsi arrivare un poderoso calcio nelle parti basse.
E più che risentirsi, alla Moratti si è ribellata.
A Napoli.
Idem: in scena la pantomima del "ghe pensi mi" per i rifiuti, la promessa di non demolire le case abusive...insomma un tale cumulo di benessere promesso ma frutto di illegalità tali che - pur di cambiare - ha spinto i napoletani in massa persino verso uno come De Magistris, l'iniziatore delle cause perse.
Ma sarà così anche a Cagliari e Trieste.
Aggiungo una considerazione. In minima parte, e sottolinea in minima parte, ha pesato, ha influito sul voto del primo turno anche le immagini di un grande della terra come Dominique Strauss Kahn, trascinato negli Stati Uniti in manette e barba lunga davanti al giudice per violenza sessuale.
Da noi Berlusconi invece ha fatto e disfatto Parlamenti e legislature per cambiare le leggi per proteggersi dalla legge.
Basta.
L'elettorato ha detto basta.
Non vuol sentir parlare di un altro nome per il Pdl, di un'altra frustata all'economia, di un altro abbassamento delle tasse, di un altro ponte sullo stretto, di un nuovo progetto, di un altro congresso....
Basta.
Anche se i problemi restano intatti.
Berlusconi va a casa con l'ignominia di non aver fatto, per un paese che ha bisogno soprattutto di riforme, nulla, se non tentato il tutto per tutto per conservare, soprattutto se stesso.
I problemi restano tutti. Perché entrambi i poli, centrosinistra e centrodestra, sono andati o sono stati mandati a casa e si sono logorati come classe dirigente in questi 20 anni non per aver fatto (qualcosa di sbagliato persino), ma per non aver fatto nulla di quello che è richiesto dal paese.
Maggiore il disonore per Berlusconi, che la maggioranza ce l'aveva, e sterminata.
Prodi (ugualmente colpevole) non ce l'aveva.
In realtà l'Italia non ha nè una maggioranza nè un'opposizione degne di questo nome.
E se c'è qualcuno che stasera non può festeggiare, se non la caduta del tiranno (malato di sesso, come scrisse anni fa Veronica la moglie, e di mente come ha constatato quattro giorni fa Obama a Deauville), è l'opposizione. Il tiranno è caduto per demerito proprio.
E non per merito dell'opposizione.
Ma ne parlerò domani. A risultati acquisiti.
Che se saranno diversi dal primo turno, e Berlusconi avrà vinto, in che modo potrà cambiare, essere diversa questa analisi?
GIANCARLO SANTALMASSI
Molto importante, invece, se perde Berlusconi.
Primo, perché non c'è abituato. Ma soprattutto perché questo è comunque un voto epocale.
Anche se non si sanno ancora i risultati, vi spiego perché.
Berlusconi:
Da 17 anni promette sempre le stesse cose, e non ne mantiene una.
In questo continuo riproporre e riproporsi ormai stantío, hanno capito tutto, in successione:
Marco Follini e Pierferdinando Casini, due legislature fa.
Gianfranco Fini, in questa.
Capì tutto sin nel 1994 Umberto Bossi. Ma l'imperizia del centrosinistra prima e la malattia poi hanno posto Bossi nella obbligata condizione di riprovarci. Adesso, trattandosi degli ultimi saldi, cerca di spuntare il massimo prima di mollare Berlusconi al suo destino. Il che avverrà. Non dimentichiamoci che la Lega al primo turno ha perso da per tutto, rispetto alle passate amministrative.
Poi finalmente hanno capito gli industriali, nelle persone tutt'altro che marginali dei presidenti di Confindustria di dieci anni fa, Antonio D'Amato (che ha motivato il suo endorsement addirittura per De Magistris a Napoli e per di più contro il suo collega capo degli industriali locali, Lettieri); e di oggi, Emma Marcegaglia ("abbiamo sprecato dieci anni!").
Anche loro due ci hanno creduto. Ma poi, di fronte all'inconsistenza si sono dovuti ricredere.
Infine hanno capito gli elettori. Soprattutto quel ceto medio borghese, illuminato, moderato, liberale e riformista da sempre spina dorsale delle società contemporanee.
Come già ebbi modo di scrivere, puoi ingannare tutti per un giorno; uno per sempre; non puoi ingannare tutti per sempre.
A Milano, dove il voto per un sindaco ha il valore del referendum su Berlusconi perché così ha voluto lui, il presidente del consiglio ha dimezzato le preferenze.
Di suo ci ha messo molto la Moratti Letizia.
Mediocre sindaco della città, si è dimostrato più a capo di un comitato di affari che amministratrice di una comunità.
In più si è messa a fare la berluschina:
via le multe;
via l'ecopass;
nessun aumento di tasse.
In compenso, una Expo spaventosamente fondata sul nulla, sui litigi. E col sispetto che serva solo a distribuire ingenti fondi pubblici per premiare chi tre anni fa assicurò il suo sostegno all'avventura di Alitalia: un'altra di quelle carte elettorali giocata spregiudicatamente da Berlusconi: l'italianità della compagnia di bandiera, protetta con la garanzia del monopolio sulla tratta più ricca Milano-Roma (un prezzo pari a un Roma-New York).
Ma penso che l'errore più grave la Moratti l'abbia commesso attaccando a tradimento (all'ultima parola, per non dar modo a Pisapia di rispondere) il suo avversario. Ha clamorosamente sbagliato bersaglio.
Ma non è stata punita per la trappola tesa.
Ma perché insinuando contro Pisapia la falsità del furto d'auto per favorire dei terroristi, è rimasta vittima di un abbaglio antropologico-culturale.
A Milano, la borghesia (o meglio, una parte di essa) porta indosso insanabile la ferita dell'accusa di paternità della morte del giornalista del Corriere della Sera Walter Tobagi. Gli assassini di Tobagi furono Morandini e Barbone.
Due figli della borghesia meneghina: uno figlio del critico teatrale del Giorno, l'altro figlio di un altissimo dirigente e manager della Sansoni.
Due borghesi come a Milano che ne sono tanti, città culla com'è della borghesia industriale, editoriale, culturale e politica del paese per decenni (il centrosinistra nacque a Milano, nelle sale e dibattiti del club Turati e nelle scuole e università e aziende).
Sentirsi ricordare le responsabilità per la morte di Walter Tobagi, e' equivalso al sentirsi arrivare un poderoso calcio nelle parti basse.
E più che risentirsi, alla Moratti si è ribellata.
A Napoli.
Idem: in scena la pantomima del "ghe pensi mi" per i rifiuti, la promessa di non demolire le case abusive...insomma un tale cumulo di benessere promesso ma frutto di illegalità tali che - pur di cambiare - ha spinto i napoletani in massa persino verso uno come De Magistris, l'iniziatore delle cause perse.
Ma sarà così anche a Cagliari e Trieste.
Aggiungo una considerazione. In minima parte, e sottolinea in minima parte, ha pesato, ha influito sul voto del primo turno anche le immagini di un grande della terra come Dominique Strauss Kahn, trascinato negli Stati Uniti in manette e barba lunga davanti al giudice per violenza sessuale.
Da noi Berlusconi invece ha fatto e disfatto Parlamenti e legislature per cambiare le leggi per proteggersi dalla legge.
Basta.
L'elettorato ha detto basta.
Non vuol sentir parlare di un altro nome per il Pdl, di un'altra frustata all'economia, di un altro abbassamento delle tasse, di un altro ponte sullo stretto, di un nuovo progetto, di un altro congresso....
Basta.
Anche se i problemi restano intatti.
Berlusconi va a casa con l'ignominia di non aver fatto, per un paese che ha bisogno soprattutto di riforme, nulla, se non tentato il tutto per tutto per conservare, soprattutto se stesso.
I problemi restano tutti. Perché entrambi i poli, centrosinistra e centrodestra, sono andati o sono stati mandati a casa e si sono logorati come classe dirigente in questi 20 anni non per aver fatto (qualcosa di sbagliato persino), ma per non aver fatto nulla di quello che è richiesto dal paese.
Maggiore il disonore per Berlusconi, che la maggioranza ce l'aveva, e sterminata.
Prodi (ugualmente colpevole) non ce l'aveva.
In realtà l'Italia non ha nè una maggioranza nè un'opposizione degne di questo nome.
E se c'è qualcuno che stasera non può festeggiare, se non la caduta del tiranno (malato di sesso, come scrisse anni fa Veronica la moglie, e di mente come ha constatato quattro giorni fa Obama a Deauville), è l'opposizione. Il tiranno è caduto per demerito proprio.
E non per merito dell'opposizione.
Ma ne parlerò domani. A risultati acquisiti.
Che se saranno diversi dal primo turno, e Berlusconi avrà vinto, in che modo potrà cambiare, essere diversa questa analisi?
GIANCARLO SANTALMASSI
Quereliamo Berlusconi
Quereliamo Berlusconi
Una signora di Cremona, sentitasi offesa, ha querelato Berlusconi per la nota frase
"Chi vota a sinistra è senza cervello".
Se il giudice le darà ragione, preparate le carte.
Ci sarà da divertirsi con il nuovo gioco "Quereliamo Berlusconi".
"Chi vota a sinistra è senza cervello".
Se il giudice le darà ragione, preparate le carte.
Ci sarà da divertirsi con il nuovo gioco "Quereliamo Berlusconi".
(ladridimarmellate)
domenica 29 maggio 2011
Rappresentanza
Verrà certamente accusato di populismo il neosindaco di Bologna Merola,
che ha sostituito cinque auto blu comunali con altrettante Panda a metano.
E’ ovvio: non è così che si risolvono i problemi dell’inquinamento e nemmeno quelli dei privilegi ai politici eccetera eccetera.
Però io credo che non sia questione di lotta né allo smog né alla casta. E’, banalmente, una questione di rappresentanza. Cioè quello per cui, fin dall’inizio di ogni potere, sono state concepiti i simboli del potere stesso: dalla sedia gestatoria alle carrozze reali.
Insomma, arrivare alle cerimonie o ai convegni con una Panda a metano fa fare splendida figura al politico che ne esce, proprio come una volta faceva bella figura se usciva da una limousine nera. Quella Panda, semplicemente, rappresenta ambientalismo e sobrietà: valori ormai più sentiti dell’eleganza e della cilindrata.
La rappresentanza si adegua ai tempi, Bologna ha solo preceduto gli altri. Piuttosto, siano gli altri a svegliarsi.
Piovono rane
Ingmar Bergman
Mario Borghezio sull'arresto di Ratko Mladic
« Per me Mladic è un patriota»
L’europarlamentare della Lega Mario Borghezio, intervistato da Radio 24, ha commentato così l’arresto dell’ex comandante dell’esercito serbo Ratko Mladic:
«Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche. Sarebbe bene fare un processo equo, ma del Tribunale dell’Aja ho una fiducia di poco superiore allo zero. I Serbi avrebbero potuto fermare l’avanzata islamica in Europa, ma non li hanno lasciati fare. E sto parlando di tutti i Serbi, compreso Mladic. Io comunque andrò certamente a trovarlo, ovunque si troverà».
Poi sono quelli che dicono che Pisapia è un'estremista!
Questi sono i nostri rappresentanti!
sabato 28 maggio 2011
intanto ...nella provincia più leghista d’Italia .....
Nella provincia più leghista d’Italia (45 per cento delle preferenze alle elezioni di due settimane fa) si sono alzati in piedi in tremila per ascoltare l’inno di Mameli.
Ma i quasi tremila imprenditori che ieri hanno animato l’assemblea annuale dell’associazione degli industriali di Treviso, una delle prime per numero di iscritti e per peso specifico, non si sono limitati a prendere le distanze dalla politica locale.
Ieri, sfilando a piedi per un paio di chilometri, dal tendone allestito allo stadio del rugby fino alla nuova sede dell’associazione disegnata dall’archistar Mario Botta, hanno voluto prendere le distanze anche da quel centrodestra che negli ultimi tre anni hanno appoggiato con convinzione, ma da cui ora si sentono traditi.
Una sorta di marcia di allontanamento da chi — ai loro occhi — ha mancato l’appuntamento a cui tenevano di più, quello con le riforme, a cominciare dal fisco, dalla burocrazia e dalla semplificazione amministrativa.
Repubblica.it
Ma i quasi tremila imprenditori che ieri hanno animato l’assemblea annuale dell’associazione degli industriali di Treviso, una delle prime per numero di iscritti e per peso specifico, non si sono limitati a prendere le distanze dalla politica locale.
Ieri, sfilando a piedi per un paio di chilometri, dal tendone allestito allo stadio del rugby fino alla nuova sede dell’associazione disegnata dall’archistar Mario Botta, hanno voluto prendere le distanze anche da quel centrodestra che negli ultimi tre anni hanno appoggiato con convinzione, ma da cui ora si sentono traditi.
Una sorta di marcia di allontanamento da chi — ai loro occhi — ha mancato l’appuntamento a cui tenevano di più, quello con le riforme, a cominciare dal fisco, dalla burocrazia e dalla semplificazione amministrativa.
Repubblica.it
venerdì 27 maggio 2011
giovedì 26 maggio 2011
Alcuni dicono sia finito: infatti si gratta la testa!
A Napoli l'ex presidente di Confindustria Antonio D'Amato si schiera contro il Pdl e a favore di Luigi De Magistris.
A Milano l'ex amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti si schiera contro Letizia Moratti a favore di Giuliano Pisapia. Come Massimo Moratti (guerra in famiglia?), presidente dell'Inter.
Tutto questo dà la misura del disastro compiuto da Berlusconi. Aveva il consenso, aveva dalla sua il sostegno delle classi liberal ed affluenti della società italiana, stanche dell'immobilismo del Paese.
Berlusconi, parlando ma solo parlando di riforme, liberalismo e modernizzazione, ma nulla facendo in questa direzione, si è alienato tutto, dissipando un autentico patrimonio politico. Per questo a prescindere da come finiranno i ballottaggi....è finito Berlusconi.
Tutto questo dà la misura del disastro compiuto da Berlusconi. Aveva il consenso, aveva dalla sua il sostegno delle classi liberal ed affluenti della società italiana, stanche dell'immobilismo del Paese.
Berlusconi, parlando ma solo parlando di riforme, liberalismo e modernizzazione, ma nulla facendo in questa direzione, si è alienato tutto, dissipando un autentico patrimonio politico. Per questo a prescindere da come finiranno i ballottaggi....è finito Berlusconi.
Giancarlo Santalmassi
Infatti cominciano i grattacapi!
eccolo colto sul fatto!
in una rara foto mentre si gratta la testa
( by r.maso)
Incarcerabile ? Nessun errore di ortografia!, Chi? Indovinate un po!
La Sora Cesira colpisce ancora!
La Sora Cesira colpisce ancora!
mercoledì 25 maggio 2011
lunedì 23 maggio 2011
Le zie di Milano
Ho due zie a Milano,
ho chiesto loro se
voteranno per la Moratti
al ballottaggio.
Cosi mi hanno risposto.
Amici miei!
Lo staff della Moratti si spinge sino all'inimmaginabile, arruolando addirittura finti rom e finti punkabbestia che vanno in giro a disturbare la gente, spacciandosi per sostenitori di Pisapia.
Ma non basta: ad aggirarsi per le vie del centro di Milano sono anche alcuni finti operai e finti geometri che effettuano finte rilevazioni per la costruzione di altrettanto finte moschee.
http://www.newnotizie.it/2011/05/22/rom-punkabbestia-pro-pisapia-mandarli-centrodestra/
Non vi ricorda Monicelli?....Amici miei?
Se questo è un Ministro!
http://www.youtube.com/watch?v=DckOIncUtOs&feature=player_embedded#at=32
Umberto Bossi interviene a Milano durante la campagna elettorale per il ballottaggio. Dice: “Berlusconi ci ha promesso due ministeri a Milano, parola data non torna indietro”. Sulle polemiche di Formigoni risponde con una pernacchia. E alla domanda su cosa accadrebbe in caso di sconfitta dice al giornalista del Fatto Quotidiano: “Vaffanculo, ma tu cosa hai capito, testa di cazzo”.
Umberto Bossi interviene a Milano durante la campagna elettorale per il ballottaggio. Dice: “Berlusconi ci ha promesso due ministeri a Milano, parola data non torna indietro”. Sulle polemiche di Formigoni risponde con una pernacchia. E alla domanda su cosa accadrebbe in caso di sconfitta dice al giornalista del Fatto Quotidiano: “Vaffanculo, ma tu cosa hai capito, testa di cazzo”.
domenica 22 maggio 2011
sabato 21 maggio 2011
perle pescate in rete: qualche pensiero sulla Lega
“La Lega Nord non ha idee, ma fomenta e cavalca le paure, gli egoismi e i risentimenti di un paese ormai impoverito, confuso, violento, ipocrita, sull’orlo di uno sfacelo civile senza ritorno.
La Lega Nord non fornisce risposte, ma asseconda le posizione dell’intolleranza che essa stessa ha contribuito a creare: e chiama questo ‘ascoltare la gente’.
La Lega Nord è un partito come gli altri: corrotto, colluso, bugiardo, truffatore, affarista.
La banca leghista Credieuronord ha coperto le truffe sulle quote latte. Un’altra truffa da un miliardo di euro è stata contestata al parlamentare leghista Fabio Ranieri, presidente della commissione agricoltura della Camera.
Vi sono amministratori leghisti come Angelo Ciocca che hanno rapporti con i boss della ‘Ndrangheta, o che sono stati sorpresi con le mazzette in mano, o che fanno cospicui favori a parenti ed amici.
Vi sono comuni leghisti così ben amministrati da dichiarare bancarotta.
Ma la Lega Nord ha un di più rispetto agli altri partiti: cerca di convogliare ossessivamente sui migranti la rabbia generata dall’ingiustizia sociale. E’ un partito razzista, xenofobo, che si compiace di una continua, aggressiva istigazione all’odio razziale. Un parlamentare leghista, Mario Borghezio, si è lasciato sfuggire questa dichiarazione: “’Il regionalismo è solo una copertura. Noi siamo sempre i fascisti di un tempo.”
[…]”
Da: Umanità Nova n°16 del 15/05/’11 |
Non si possono uccidere i morti.
Il Cdr (Comitato di Redazione) del TG Uno, massimo organo di informazione del servizio pubblico che dunque deve rappresentante anche quella grande maggioranza di italiani che non hanno mai votato, non votano e non voteranno mai per SB eppure pagano il tributo, teme che i comizi di Berlusconi spacciati in apertura come “interviste”, più note come pigiamini di saliva con rinforzo al cavallo, nuocciano “alla credibilità della testata”. Tranquilli, cari colleghi. Con il federale Minzolini al timone, che ha trasformato il più importante TG da un giornale tradizionalmente filogovernativo, al predellino del proprietario delle reti (teoricamente) concorrenti, non c’è più alcuna credibilità da perdere. Non si possono uccidere i morti. Coraggio e arrivederci al 25 aprile di non so quale anno.
dal blog di Vittorio Zucconi
dal blog di Vittorio Zucconi
venerdì 20 maggio 2011
Chi dice matto a chi
”Pisapia è matto”, ha dichiarato Umberto Bossi, mentre raccoglieva in un’ampolla le acque del Dio Po.”
giovedì 19 maggio 2011
mercoledì 18 maggio 2011
martedì 17 maggio 2011
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voleranno carte bollate
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